Domicella
L’Acquedotto Augusteo del Serino è un’infrastruttura di epoca romana tra le più imponenti del mondo antico, costruito nel primo decennio d.c., che con uno sviluppo di circa 100 km, dalle sorgenti del Serino, la Fontis Augustei a 376 m s.l.m. sull'altopiano carsico irpino, fino alla grande cisterna di Miseno, alimentava l’imponente Piscina Mirabilis.
L'acquedotto venne costruito fra il 33 ed il 12 a.c. per risolvere il problema dell'approvvigionamento idrico del porto di Puteoli e della flotta stanziata a Miseno, rifornendo lungo il suo tragitto le città di Neapolis e Cumae.
Comprese le diramazioni, la lunghezza totale dell'acquedotto era di circa 145 km e la sua realizzazione è dovuta a Marco Vipsanio Agrippa, il genero di Augusto, quando era curator aquarum a Roma.
Nel corso dei secoli, i due ponti-canale rinvenuti, in tufo e laterizi, furono prima interrati a seguito dell’innalzamento del livello di calpestio, poi utilizzati come fondamenta per la costruzione del palazzo, nell'epoca in cui la città si espandeva al di fuori delle mura, nel Cinquecento, con la nascita dell’attuale area Vergini-Sanità.
L’Acquedotto Augusteo del Serino è un’infrastruttura di epoca romana tra le più imponenti del mondo antico, costruito nel primo decennio d.c., che con uno sviluppo di circa 100 km, dalle sorgenti del Serino, la Fontis Augustei a 376 m s.l.m. sull'altopiano carsico irpino, fino alla grande cisterna di Miseno, alimentava l’imponente Piscina Mirabilis.
L'acquedotto venne costruito fra il 33 ed il 12 a.c. per risolvere il problema dell'approvvigionamento idrico del porto di Puteoli e della flotta stanziata a Miseno, rifornendo lungo il suo tragitto le città di Neapolis e Cumae.
Comprese le diramazioni, la lunghezza totale dell'acquedotto era di circa 145 km e la sua realizzazione è dovuta a Marco Vipsanio Agrippa, il genero di Augusto, quando era curator aquarum a Roma.
Nel corso dei secoli, i due ponti-canale rinvenuti, in tufo e laterizi, furono prima interrati a seguito dell’innalzamento del livello di calpestio, poi utilizzati come fondamenta per la costruzione del palazzo, nell'epoca in cui la città si espandeva al di fuori delle mura, nel Cinquecento, con la nascita dell’attuale area Vergini-Sanità.